Il 6 e 7 settembre 2014 a Cocconato andrà in scena Cocco...Wine
Cocco...Wine 2014, tradizionale manifestazione monferrina organizzata dall’associazione Go Wine con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cocconato.
Le bellezze di questo Comune, a nord di Asti, saranno valorizzate in due giorni di festa attraverso degustazioni ed approfondimenti, ospiti e musica che invaderanno il centro storico confermando ancora una volta la vocazione turistica, le qualità viticole e le ambizioni enologiche di quella che viene definita storicamente come la “Riviera del Monferrato”.
Il cantautore e chitarrista di Liverpool sarà a Cocconato, nel cortire del Collegio alle 21,30 di sabato 6 settembre 2014 in occasione di Cocco...Wine.
Gerry Murphy ha vinto diversi premi della critica tra cui il John Lennon Award. Nella sua carriera la musica è sempre rimasta al primo posto.
Insegna all’Università di Liverpool scrittura musicale, è stato attore e docente di Italiano. Interprete della musica di Bob Dylan.
Negli ultimi anni ha prodotto otto CD tra cui lo splendido Tales of the Crescent City Daze e l’ultimo Note after Note.
INGRESSO LIBERO
Come sempre è Carlo Petrini, presidente di Slow Food, ad aprire ufficialmente le danze dell’evento più importante dedicato alla cultura del cibo: «Dieci edizioni del Salone e dieci anni di Terra Madre. Certo, se ripenso al 1996, era proprio un altro mondo!», esordisce presentando il programma del Salone del Gusto e Terra Madre, dal 23 al 27 ottobre 2014 a Torino (Lingotto Fiere e Oval), disponibile su www.slowfood.it.
Da La Nuova Provincia del 13 aprile 2014
Il Touring Club premia Cocconato con la bandiera arancione
La Riviera del Monferrato si conferma l'unico Comune astigiano dei duecento italiani (proprio in questi giorni è stato premiato il 200° borgo d'eccellenza, Letino, nell'Alto Casertano,) a fregiarsi del prestigioso riconoscimento di "Bandiera arancione", assegnato dal Touring Club Italiano ai paesi riconosciuti di elevata qualità turistico-ambientale; il titolo viene conferito alle località con meno di 15.000 abitanti che soddisfano oltre 250 rigorosi criteri di valutazione e che sono oggi in linea con gli standard qualitativi previsti dal modello di analisi territoriale del Touring. Ad attestare la rigorosità dei controlli, su oltre duemila candidature analizzate in tutta la Penisola a partire dal 1999, solo il 9% ha ottenuto il riconoscimento, che ha validità biennale, poi deve essere riconfermato (fatto non scontato, come testimoniano le due bandiere ritirate).
In Piemonte i Comuni bandiera arancione, oltre Cocconato, sono Alagna Valsesia, Avigliana, Barolo, Bene Vagienna, Bergolo, Candelo, Cannero Riviera, Cannobio, Cherasco, Fenestrelle, Grinzane Cavour, La Morra, Macugnaga, Malesco, Mergozzo, Monforte d'Alba, Neive, Orta San Giulio, Santa Maria Maggiore, Usseaux, Varallo e Vogogna. Sono il simbolo di un'Italia meno conosciuta ma dal grande potenziale, Comuni capaci di unire tradizione e innovazione sotto il segno della qualità, che sanno valorizzare le risorse locali, l'artigianato e le produzioni tipiche, la cultura dell'accoglienza, il coinvolgimento della popolazione nel non-profit.
Da quando è bandiera arancione, anche Cocconato ha avuto le positive ricadute, evidenziate a livello nazionale in base ai dati raccolti dal Touring, con un incremento dell'attività ricettiva (soprattutto bed & breakfast e affittacamere, ricavati col sapiente recupero di vecchi cascinali), aumento delle presenze turistiche, non solo in concomitanza delle manifestazioni di settembre (fiera medievale e palio degli asini) ma anche occasionale, valorizzazione dei prodotti enogastronomici, dai vini (Bava è presente anche negli emergenti mercati asiatici), ai salumi (Ferrero partecipa al progetto per la DOP del salame cotto Monferrato), alla robiola famosa già nel Seicento. Ogni anno Cocconato partecipa alla giornata delle Bandiere arancioni, istituita nel 2010, proponendo visite guidate al centro storico e altre attività.
«L'amministrazione comunale - sottolinea il sindaco Michele Marchisio - crede fortemente nelle potenzialità turistiche del paese e non sono mancate in questi anni le iniziative per abbellirlo e renderlo sempre più accogliente, parallelamente alla promozione del territorio attraverso vari canali».
Franco Zampicinini
Prende il via proprio a Cocconato il circuito delle Fiere Storiche ''Ritorno alla Fiera'' del 2014 promosse dal Gal Basso Monferrato.
Inaugurata nelle sale di Palazzo Mazzetti ad Asti la mostra-dossier “Asti nel Seicento. Artisti e committenti in una città di frontiera”, allestita tra il salone d’onore del piano nobile e le sale dell’ala orientale del piano terreno. L’obiettivo è la presentazione di una selezione di 16 dipinti oltre che di una serie di incisioni e tessuti, tutti particolarmente significativi per qualità artistica e rilevanza storica, individuati nel corso della ricerca condotta dal gruppo di studio costituito dai docenti e dagli studenti della Laurea Magistrale in Storia dell’Arte appartenenti al Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino.
Dodici dei sedici dipinti in mostra sono stati restaurati grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Artistici, Storici e Etnoantropologici del Piemonte.
Il territorio della provincia di Asti nella sua attuale configurazione presenta una complessa stratificazione di poteri politici e amministrativi che vanno ad intrecciarsi con una realtà figurativa non omogenea e, per l’età moderna, e per il Seicento in particolare, ancora da sondare. La lettura di questa complessa geografia artistica e amministrativa costituisce uno dei punti di approfondimento della mostra e del catalogo; partendo dall’attuale cartina della provincia sarà evidenziato l’intreccio delle diocesi e dei poteri politici, per arrivare a focalizzare l’attenzione in maniera più minuta sulla città di Asti, attraverso la veduta seicentesca fornita dal Theatrum Sabaudiae (1682), che ritrae un tessuto urbano costellato di chiese e conventi, profondamente modificato dal passare del tempo.
Un attento apparato didattico permetterà di visualizzare, proprio sulla base della carta di Asti del 1682, l’incredibile ricchezza di edifici religiosi in gran parte oggi non più esistenti a causa di vicende storiche complesse raccontate in mostra e in catalogo.
Nel salone d’onore al piano nobile saranno esposti alcuni dipinti che illustreranno la ricchezza eterogenea della cultura figurativa astigiana nel XVII secolo, tra artisti “locali” e provenienze extraregionali, strettamente connesse a particolari figure di committenti. Si potranno ammirare dipinti completamente sconosciuti agli studi e di grande rilievo per la storia artistica della nostra regione. Prima tra tutte l’imponente pala raffigurante la Madonna del Rosario un tempo collocata nella perduta chiesa dei Domenicani della Maddalena (attualmente in San Paolo), un dipinto cruciale per la storia della penetrazione della cultura artistica fiamminga in Italia settentrionale verso la fine del Cinquecento; si tratta del prototipo dal quale discenderanno per gemmazione numerose derivazioni disperse in molte zone dell’astigiano e dell’alessandrino.
Proveniente da Roma è invece la Beata Vergine d’Oropa con i SS. Elena, ed Eusebio e il ritratto di Giacomo Goria, vescovo di Vercelli ma nativo di Villafranca, opera spettacolare dipinta dal lucchese Pietro Paolini intorno al 1650. I paramenti sacri, le insegne ecclesiastiche e le suppellettili devozionali passati in rassegna da Paolini, nonché gli abiti sontuosi della Sant’Elena, restituiscono idealmente la dotazione di una camera del Tesoro e ci ricordano che quel dipinto, una pala di prepotente naturalismo, va annoverato tra i grandi quadri del Seicento conservati nelle chiese piemontesi. Un episodio di rilievo che anticipa la presenza, sempre ad Asti, di uno dei più bei quadri che raggiunsero la regione nel Settecento, vale a dire la Cena in casa di Simone il Fariseo di Pierre Subleyras (1737), eseguita per i Canonici Lateranensi di Santa Maria Nuova, requisita negli anni napoleonici e approdata al Louvre.
Nella sala dei Lombardi i visitatori, dopo l‘incontro con una pala di Camillo Procaccini raffigurante il Battesimo di Cristo già nel Duomo di Asti, vedranno per la prima volta la tela con San Secondo a cavallo proveniente da Villanova – uno stupendo inedito per l’iconografia del santo patrono della città, mentre per la sezione dedicata ai pittori genovesi, ritorneranno a Palazzo Mazzetti le spettacolari tele di Giovanni Battista Carlone di Incisa Scapaccino, restaurate con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti nel 2000.